Ritorno a Roussillon - Che circo questo stage!!! - In attesa del festival - Arte agli antipodi - Palais de Rumine - Sul pianeta delle ocre - Percorrendo la valle di Blenio - L'orbe - Tra le mura di Semur
Ritorno a Roussillon
Lo scopo del viaggio era anche di visitare il salone del Carnet de voyage a Lourmarin che ha raccolto una cinquantina di carnettisti.
Un piccolo viaggio, perciò un mini carnet de voyage, a forma carosello. Quanto basta per descrivere le emozioni nel pianeta delle ocre (Roussillon). Due giorni per ricaricarmi di colori, di calore (32 gradi) e di calore umano.
Roussillon è un piccolo paese dove ci ritorno tutti gli anni, e non potevo non andarci.
Che circo questo stage!!!
Non mi sarei mai immaginato di fare uno stage di Carnet de voyage sotto i tendoni di un circo e dormire nei carrozzoni.
Ovviamente non è più il circo degli elefanti, dei leoni, delle giraffe e tutti gli animali che si esibivano addobbati e mascherati per assumere comportamenti innaturali, tanto per far divertire il pubblico. Ora si esibiscono perlopiù acrobati, giocolieri e clowns con le loro magie.
Eravamo una dozzina di partecipanti con due artisti che hanno organizzato questa settimana. Michel è un illustratore e insegnava gli elementi della prospettiva, dello schizzo veloce, mentre Emmanuelle insegnava a comporre un diario, l’impaginazione con tutti gli apporti possibili ma soprattutto il racconto.
Il circo in questione si trova nel canton Glarona, a pochi chilometri dal passo Klausen, è il circo Mugg. Glarona è uno dei cantoni primitivi, quelli che sono entrati a far parte della confederazione elvetica nel 1352, qualche secolo prima del canton Ticino. La regione ha conservato usanze e abitudini di un tempo, tanto che per eleggere gli amministratori o per deliberare leggi locali si riuniscono in piazza e votano per alzata di mano.
Sono arrivato di sabato (passando per il San Bernardino). Il nostro accampamento è formato da una decina di carrozzoni messi in cerchio su un grande prato.
Ai piedi del passo Klausen
Per gli spettacoli e rappresentazioni varie il circo è dotato di due grandi tendoni.
Il nostro accampamento, una decina di carrozzoni messi a cerchio
Io alloggiavo in un carrozzone dismesso dal circo Knie, aquistato dalla famiglia Mugg e restaurato.
Esercizio di prospettiva
Villaggio vicino al circo
Emmanuelle in riva al fiume
Falò
La nostra colazione preparata con la massima cura e decoro. Le derrate alimentari sono sempre fresche. La verdura e la frutta arriva ogni mattina e viene conservata provvisoriamente nei refrigeranti e consumata subito, non ci sono congelatori. Oltre che la grande varietà di proposte mi ha colpito il modo che sono presentati sulla tavola e non ho mancato di disegnarle.
Giostra carosello piazzata all’entrata del circo, gira lentamente da mattina a sera senza mai fermarsi. Ci salivamo alla sera, dopo cena e grazie al moto perpetuo era un rilassamento. Chi ci saliva con un caffè, chi con un taccuino per scrivere le emozioni della giornata o semplicemente per godersi il panorama a 360 gradi.
Era il momento che calava la notte e sulle cime delle montagne c’era una luce luccicante del sole che sferzava le vette. Il ghiacciaio del Klausen brillava su tutto e poi le nuvole che cambiavano colore ogni minuto secondo l’inclinazione dei raggi del sole. Quando ormai era buio si accendevano le luci della giostra e allora si aveva la sensazione di diventare bambini.
Sculture posate qua e là nell’accampamento. Opera dell’artista Ursina Rohner. Ha seguito la scuola di scultura a Peccia.
Nell’ultima sera non è mancata la musica. Marianne è venuta con il suo violino.
Darinka, la nostra istruttrice
Esibizione di un noto trapezista circense.
In attesa del festival
Lo scorso fine settimana ho raggiunto i colleghi dell’associazione “Carnettistes Helvetiques” ad Orbe (Canton Vaud), un comune posto in cima ad una collina che si eleva sopra la pianura circostante. Orbe è stato ai tempi dei Romani un crocevia importante dell’arco alpino. Nei tempi medievali fu edificato un castello e spesse mure di cinta. In concomitanza di una brocante, dove numerosi espositori venuti anche dalla Francia, hanno invaso le strade del paese, abbiamo esposto i nostri lavori su due grandi tavoli messi a disposizione del comune. Nel medesimo tempo una ventina di membri stavano disegnando gli angoli più suggestivi del paese. I soggetti non mancavano e nel raggio di 50 metri anch’io ho ripreso su un piccolo formato una ventina di scorci.
L’iniziativa è nata per promuovere il festival “Carnet de voyage” che si terrà ad inizio ottobre. Un evento che raccoglie artisti di tutt’Europa e tra i quali ci saranno anche due membri dell’USTI.
Quello che più conta è che ha avuto un forte impatto sui passanti tanto che alcuni si sono proposti come volontari nella gestione del festival di Ottobre.
Arte agli antipodi
MUSEC - Lugano
Sabato 11 marzo ho raggiunto i miei amici del gruppo USTI per disegnare gli oggetti esposti nel Museo delle Culture a Lugano.
In mostra una settantina di opere della collezione Brignoni, riunite in diverse sale secondo la provenienza geografica e culturale.
Non ho seguito un ordine preciso ma mi son lasciato catturare dal mistero che sprigionavano.
Ho ripreso una ventina di sculture cerimoniali in legno, porte, scudi ed elementi architettonici provenienti dall’area del Sud-Est asiatico e dall’Oceania (Nuova Guinea, Nuova Irlanda, Borneo, Golfo di Papuasia, Nuova Caledonia, Sulawesi e Bali).
Palais de Rumine - Losanna
Nello scorso dicembre 2022 ho raggiunto gli amici della Suisse Romande per alcuni incontri.
La serie terminava il sabato con la visita al Palais de Rumine a Losanna, un museo della scienza e della storia.
35 appassionati come me hanno preso posto nelle grandi sale del museo per disegnare la Groenlandia a filo del tempo.
L’esposizione racconta la storia della Groenlandia, dai primi abitanti ai giorni nostri.
Il nome Groenlandia significa “terra verde”. Più significativo è il termine inglese, Greenland.
Per noi italofoni è difficile pensare a qualcosa che rimanda al “verde”.
In ogni caso, a prescindere da qualsiasi lingua rimane incomprensibile pensare una calotta di ghiaccio nel circolo polare artico, come a una terra verde.
L’esposizione propone vecchie fotografie e un filmato della Groenlandia di oggi.
Una vasta selezione di oggetti per la caccia e la pesca è stata portata a testimonianza del passato, come gli utensili per la vita quotidiana e parti dell’abbigliamento.
Gli animali più comuni che popolano questa isola sono esposti imbalsamati nelle ampie sale del museo.
Sul pianeta delle Ocre
In settembre 2022 sono andato per alcuni giorni nel cuore della Provenza, nel massiccio delle ocre, visitando e disegnando un territorio che si estende per 25 km.
Ho ridotto il materiale al minimo, quanto basta per riempire un taccuino per una settimana. Avevo con me quello che mi ha regalato Ornella, nostra collega, e non vedevo l’ora di provarlo. I colori sono quelli che ho preparato con i pigmenti acquistati sul posto.
Ai tempi la zona delle ocre ne produceva 40'000 tonnellate all’anno. Dopo l’avvento dei colori sintetici (quelli che usiamo noi acquarellisti), le miniere e le cave a cielo aperto hanno chiuso i battenti. È rimasta ancora una fabbrica che produce poche quantità per i nostalgici delle terre naturali. Al di là dei costi irrisori, a confronto dei “godet” o dei colori in tubi, è anche facile prepararli.
Ho comperato una serie di terre colorate sottoforma di bastoncini secchi. Li ho schiacciati con un cucchiaio per ridurli in polvere e una volta amalgamati con la gomma arabica ho riempito un piccolo contenitore di 6x7 centimetri, in pratica una porta pastiglie (dispenser). Il vantaggio di queste scatoline è che hanno per ogni cella un coperchietto che chiude ermeticamente e trattiene l’umidità in modo che il colore è sempre pronto all’uso.
Ho percorso alcuni sentieri camminando su quella sabbia colorata, passando da deserti a torrioni che andavano dal bianco, al giallo, al rossiccio fino ai bruni più scuri. I sentieri si sviluppano su diversi km e sono percorribili solo a piedi.
Ho visitato una miniera sotterranea dove centinaia di minatori hanno scavato a picconate gallerie per 40 km.
Ho visitato una vecchia fabbrica di ocre ora adibita a museo ma vi si svolgono ancora delle attività didattiche e laboratori sull’estrazione delle ocre e sul loro impiego
Le case dei villaggi della regione sono pitturate con i colori della sabbia colorata che li circonda.
Benché per alcune zone siano stati dati dei nomi come “Colorado”, “Shara”, ecc. perché l’elemento in comune sono la sabbia e i colori, quello che più stupisce è che qui, unico posto al mondo, crescono i pini silvestri, le querce e i noccioli sulla sabbia.
Percorrendo la valle di Blenio
Lo scorso mese di ottobre ho raggiunto gli amici svizzero romandi che hanno organizzato uno stage di carnet de voyage nella valle di Blenio.
Abbiamo alloggiato ad Olivone, in un antico convento riconvertito in una pensione. La struttura, collocata nel mezzo di un grande parco, era solo a noi dedicata.
Il programma prevedeva:
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la visita dei luoghi caratteristici della valle e musei vari
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lo studio della flora, della fauna e dei minerali, accompagnati da un biologo
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visite guidate di alcune aziende agricole e alpeggi (produzione del miele, del formaggio, vari prodotti caseari, ecc. con relativa degustazione).
Sotto la guida di un illustratore e di una carnettista, specializzata in racconti di vita e biografie, ognuno di noi ha allestito un voluminoso carnet con disegni, spiegazioni tecniche, le interviste, i racconti e specialmente le nostre emozioni.
Di seguito un estratto dei disegni prodotti messi in ordine di percorrenza da sud a nord.
Tra le mura di Semur
Semur-en-Auxois, è situato su un promontorio di granito rosa che emerge da un altipiano della Borgogna. Ai piedi di questo promontorio scorre il fiume Armançon che lo circonda come un laccio.
Luogo di abitazioni secolari racchiuse da mura di cinta che collegano quattro torri e la città è accessibile da sei porte. È stata costruita tra il 1274 e il 1444.
Le case sono del rinascimento, in pietra ben sagomata e sono rimaste alcune in legno, quelle a graticcio, antecedenti a quelle in pietra. Sui tetti hanno tutte degli abbaini e camini molto alti. Numerose scritte del 1500-1600 sono ancora visibili sulle case, incise sui muri e sui ponti, ecc.
Lungo il fiume si vedono le anatre selvatiche che si riparano tra i canneti, uccelli rari, e sullo specchio dell’acqua poggiano le ninfee.
Un diario di viaggio in questo borgo è come tuffarsi nell’atmosfera del medioevo. Lo stage è stato proposto da un artista che abita in quel villaggio e si è svolto con una decina di partecipanti.
Il filmato è un estratto ricavato dalla pubblicazione cartacea.
L'Orbe,
il fiume che ritempra lo spirito
L'Orbe è un fiume che nasce sulle montagne del Giura francese. Dopo un tratto sotterraneo passa il confine e riappare a Vallorbe, nel canton Vaud, dove scorre tranquillo e placido. Aumenta la sua forza con un potente ruggito attraverso l’enorme gola d’Orbe, dove si alternano cascate vaporose e rapide spettacolari.
Lo percorro in senso inverso alla corrente, voglio vedere l’acqua che mi viene incontro. Poi da lontano si possono vedere le piccole e frizzanti cascatelle, oppure quando l’acqua passa con forza tra le rocce e diventa tutta bianca. A volte il fiume si allarga e rallenta la sua corsa, tanto che non si percepisce più la sua direzione. Qualche piccola foglia adagiata sul pelo dell’acqua scorre al rallentatore e ripristina la percezione che l’acqua si muove.
Parto dalla città medievale di Orbe. Scendo fino al Pont du Moulinet e mi incammino nel sentiero ombreggiato che costeggia il fiume. Nel mio zainetto tengo un piccolo quaderno, due penne a feltro, inchiostro e acquarello nero. Cammino lentamente e a tratti mi fermo dieci minuti per contemplare lo scenario e mettere sulla carta le mie sensazioni.
L’acqua è gelata ma l’aria è così fresca che non ho bisogno di tuffarmi per rinfrescarmi. In alcuni tratti diventa buio perché la vegetazione è fitta, anche se qualche raggio di sole riesce con forza ad infilarsi tra gli alberi. Poi cade sulla superficie dell’acqua creando un forte luccichio.
A Vallorbe, dopo 17 chilometri, il fiume si allarga e diventa sonnolento. Nelle insenature a lato, alcune anatre ne hanno fatto la loro dimora.